Alfabeta offre servizi di interpretariato da remoto che possono essere attivati in occasione di eventi online, conferenze virtuali e webinar. Il servizio può essere offerto in modalità consecutiva oppure simultanea. In questo articolo vi spieghiamo come funziona il servizio di interpretariato da remoto in simultanea, sia da un punto di vista linguistico che tecnico, e vi raccontiamo un caso di studio relativo a un servizio fornito pro bono a una ONG che si occupa di medicina partecipativa.
Dall’interpretariato telefonico all’interpretariato online
Negli ultimi due anni, a causa dell’emergenza sanitaria, si sono diffuse sempre di più le soluzioni di interpretariato da remoto. In passato, tali soluzioni, che non richiedono la presenza dell’interprete in loco erano basate principalmente sull’uso del telefono (interpretariato telefonico). Attualmente, si preferisce utilizzare il canale online poiché molti degli eventi si svolgono su piattaforme di web conferencing: ad esempio, molte conferenze sono diventate virtuali e gli incontri di lavoro, anche a livello internazionale, si svolgono online. Per garantire un servizio di qualità paragonabile a quella dell’interpretariato tradizionale in presenza sono state sviluppate diverse tecnologie, di cui vi parliamo nel paragrafo seguente.
Tecnologie per l’interpretariato online
Per offrire un servizio di interpretariato online in simultanea sono disponibili varie soluzioni. Alcune di queste sono integrate all’interno delle piattaforme di web conferencing, altre richiedono invece tecnologie aggiuntive, che vengono fornite da società specializzate in sistemi di traduzione online. Una delle soluzioni più semplici per offrire un servizio di questo tipo è disponibile in Zoom, probabilmente il sistema di web conferencing più utilizzato al mondo. Questa tecnologia relativamente economica e semplice da usare permette di aggiungere un canale audio per ciascuna lingua di traduzione. Si tratta, tuttavia, di un sistema adatto solo a eventi brevi e che non richiedano più di un interprete per lingua, poiché non esiste la possibilità di ricreare una cabina per l’equipe di interpreti e questo rende il loro lavoro molto difficoltoso. Tra le applicazioni di questa funzionalità di Zoom ci sono per esempio gli eventi di formazione o i webinar, per i quali non c’è bisogno di tecnologie più sofisticate.
Un’altra soluzione decisamente più professionale è quella offerta da Ablio, una società italiana con sede a Roma, che ha sviluppato una piattaforma, Ablio Conference, che permette di gestire l’interpretariato online tramite cabine virtuali, che riproducono a tutti gli effetti le cabine utilizzate dagli interpreti in conferenza, permettendo in tal modo di gestire i turni dei professionisti impegnati nell’equipe e anche di effettuare il cosiddetto relais, anche noto come interpretazione indiretta. Ablio Conference permette di fruire delle traduzioni simultanee in due modi: tramite una finestra web su browser, oppure tramite una comoda app sul cellulare, dove è possibile collegarsi con un codice evento e scegliere la lingua preferita.
L’ospedale virtuale di ParkinZone: un caso di studio
ParkinZone è un’associazione non a scopo di lucro che si è specializzata nel corso degli anni nell’organizzazione e nella gestione di laboratori, corsi ed eventi per persone con il Parkinson. L’associazione fondata dal dottor Nicola Modugno ha abbracciato le cosiddette terapie complementari come attività volte a integrare le cure a base di farmaci: tra le attività più significative organizzate dall’associazione ci sono corsi di danza, di vela, di yoga, e di altre discipline sportive, oltre all’adozione di forme terapeutiche basate sulle arti performative, come laboratori teatrali e musicali.
Subito dopo l’inizio della pandemia da Covid-19 l’associazione ParkinZone ha deciso di utilizzare la rete per proporre alcune delle proprie attività ai pazienti in lockdown. Alle attività tradizionali dell’associazione è stato affiancato un evento virtuale dedicato all’informazione sulle tematiche che interessano le persone con il Parkinson sia in termini medici che di stile di vita. Tale evento ha preso il nome di Question Time e ha permesso di affrontare nel corso dei lunghi mesi di isolamento argomenti quali i sintomi della malattia e le modalità per riferirli al proprio neurologo, le tecniche di meditazione, gli aspetti legali come l’invalidità e la pensione ecc. Dopo alcuni mesi è stata lanciata anche una versione internazionale del Question Time, che ha permesso alla dott.ssa Francesca Morgante, che lavora presso la St George’s University of London di mettere in contatto la sua comunità di persone con il Parkinson, con la comunità italiana. Tali Question Time internazionali si svolgono in lingua inglese con traduzione simultanea offerta da AlfaBeta, che lavora in collaborazione con l’ospedale virtuale per garantire servizi linguistici professionali.
Ho assistito in diretta a uno dei Question Time internazionali dedicato al tema delle terapie farmaceutiche per affrontare i sintomi motori e non motori della malattia di Parkinson. L’incontro si è svolto interamente in lingua inglese ed è stato tradotto in simultanea da Andrea Spila di AlfaBeta e dalla sua collega Mariolina Brenna, che si sono entrambi resi disponibili come interpreti volontari. In questo caso è stata utilizzata la funzione integrata in Zoom, di cui abbiamo parlato sopra: l’utente accede a tale funzionalità direttamente dal menu di Zoom, dove trova delle bandierine per scegliere la lingua preferita (in questo caso l’italiano al posto dell’inglese). L’utente può anche decidere se ascoltare la lingua originale in sottofondo, oppure se silenziare completamente tale lingua, per ascoltare solo la voce dell’interprete.
Ho trovato questa funzionalità di Zoom assai pratica e intuitiva e si tratta di una tecnologia perfettamente adatta a questo genere di eventi, in cui non sono richieste cabine virtuali di interpretariato. Inoltre, si tratta di una soluzione economica che permette anche a organizzazioni non profit di internazionalizzare la propria presenza e i servizi forniti a pazienti e caregiver, mantenendo un budget limitato.
Esperienze come quelle di ParkinZone, che coniugano la visione di una medicina sempre più partecipativa e democratica con le tecnologie in rapido sviluppo nel campo della telemedicina, diventeranno sempre più diffuse, permettendo a pazienti di tutto il mondo di usufruire del know how disponibile anche in altre lingue e presso comunità di pazienti, terapeuti e caregiver diverse dalla propria. La disponibilità di tecnologie linguistiche avanzate permetterà di facilitare questi sviluppi e la condivisione di esperienze terapeutiche di qualità a livello internazionale. L’ospedale virtuale è solo uno degli esempi di esperienze online nate in seguito all’emergenza sanitaria: ci auguriamo che una volta superata la pandemia, tali progetti continuino a rappresentare la nuova medicina collaborativa, che anche grazie all’adozione di servizi linguistici professionali potrà superare le frontiere per garantire un’assistenza sanitaria di qualità a un numero sempre maggiore di persone.